Sketch tratto da “L’imperatore di Capri”(1950), con Totò e Mario Castellani

Una delle migliori “totoate” in assoluto, “L’imperatore di Capri”(1950) è un film vorticoso, dal ritmo frenetico e dal risultato esilarante. Merito della vis-comica straordinaria del principe De Curtis, si ride di gusto per il suo sarcasmo bonario, per le sue caricature perfette, per come prende in giro i potenti e per il suo anarchismo liberatorio. Una commedia degna delle migliori comiche del muto, per l’assenza di tempi morti, sorretta anche da alcune “spalle” che sono molto più di semplici “spalle”: Yvonne Sanson, Mario Castellani, Marisa Merlini. Girato nell’estate del 1950, la pellicola è uno dei più grandi successi di Totò, esilarante nei panni di un importante principe arabo, quale è scambiato da tutti. Un film molto ricco e curato, e lui, Totò è grande. Non è mai logico e non è mai un personaggio: rimane sempre se stesso. Imponderabile, inverosimile, anche a contatto con il fascino di Capri. Carlo Ponti, produttore esecutivo della Lux, contattò Totò per girare “L’imperatore di Capri” in sette settimane; in realtà, per la realizzazione della pellicola furono sufficienti solo tre settimane: essendo quindi libero per un mese, il comico napoletano fu convinto dallo stesso Ponti a girare un altro film (“Totò cerca casa”). Molte gag già sperimentate sul palcoscenico: equivoci e amenità, e un personalissimo invito all’adulterio. Uno dei rarissimi film di Totò girati in piena estate ( le riprese, infatti, iniziarono il 25 luglio 1950), convinto forse anche dal fatto di girare nella “sua” Capri, dove amava rifugiarsi nei periodi di vacanza.

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