Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer è stato l’attore più amato del cinema italiano. Un vero idolo per tutte le generazioni, cresciute con i suoi film, con le sue leggendarie scazzottate. In coppia con Terence Hill o da solo, i suoi film sono dei cult indiscussi dell’arte cinematografica. Ha insegnato attraverso il cinema a reagire contro le ingiustizie e i soprusi. Ci ha insegnato che nella vita non è importante l’abito e che i più deboli vanno protetti con dedizione. Bud Spencer rimarrà immortale, oltre la sua morte fisica, perché ha saputo parlare al cuore della gente, con semplicità, umiltà e umanità.
Δ. Introduzione
In questo percorso iconografico, o meglio in questo omaggio, commosso, sentito, pieno di amore, nei confronti di Bud Spencer, vorrei porre l’attenzione sulle sue foto, sui suoi film, sulla sua essenza d’attore. Lui che, da persona umile, non si definiva un vero attore, perché non aveva fatto mai il teatro, eppure la gente lo amava e lo ama incondizionatamente. Non si è mai definito “attore”, piuttosto si definiva un personaggio cinematografico, quasi una maschera. Ha sempre dichiarato di aver sfondato nel cinema quasi per caso, eppure è arrivato a interpretare più di 100 pellicole, molte delle quali dei veri e propri cult movie. Il suo è stato un modo di fare cinema educativo, faceva divertire, ma anche riflettere. Ha insegnato attraverso il cinema a reagire contro le ingiustizie e i soprusi. Ci ha insegnato che nella vita non è importante l’abito e che i più deboli vanno protetti con dedizione. I suoi sganassoni sono la metafora della lotta contro il nemico, della tutela nei confronti del più disagiato, lo sganassone è un messaggio di pace, è un messaggio del bene che sconfigge il nemico, del debole che batte il forte. Una comicità quasi slapstick, molto fisica e poco verbosa, che affonda le sue radici nella comicità di Chaplin, di Stanlio & Ollio o di Buster Keaton. Dopo il successo di Banana Joe, nel 1982, il Time, ovvero la più popolare rivista inglese, lo definì l’attore italiano più famoso del mondo, più di Totò, più di Marcello Mastroianni, più del suo compagno Terence Hill. Ha imparato a farsi amare grazie al suo imponente aspetto fisico e alla sua aria da bonaccione. Soprannominato il “gigante buono” del cinema italiano è stato il re indiscusso del cinema nazionale degli anni ’70 e ’80, salvando in coppia con Hill o da solo, le sale italiane dal fallimento. Si consideri infatti, che quello è il periodo di crisi dell’industria cinematografica italiana, dopo i fasti degli anni ’50 e ’60. I film di Bud e Terence incassavano sempre cifre astronomiche, la loro presenza bastava non solo a dare lavoro alle maestranze di Cinecittà, ma anche agli esercenti cinematografici sparsi per tutta l’Italia. Ora, ripercorriamo la carriera di Bud Spencer attraverso 25 sue foto, senza scordarci che lui, prima di essere un grande attore del cinema, è stato anche campione italiano di nuoto, per ben 11 volte, oltre ad aver vinto 3 medaglie internazionali ( 1 oro ai Giochi del Mediterraneo-1955 nella pallanuoto; 2 argenti ai Giochi del Mediterraneo-1951 nei 100 mtr stile libero), e ad essere stato il primo nuotatore italiano ad essere sceso sotto il muro del minuto nella gara regina del nuoto, i 100 mtr stile libero. Sportivo, attore, amante della buona tavola, ma anche saldamente legato ai valori della famiglia, sempre disponibile con tutti, simpatico oltre misura, oltre la sua stazza. Un uomo d’altri tempi, educato e gentile. Un uomo diverso, un artista diverso, eclettico, poliedrico, multiforme. Un idolo per grandi e bambini.
Δ. Bud Spencer in 25 foto: nuotatore, attore e uomo umile
Bud Spencer nel 1950 quando fissò il primato italiano nei 50 mtr farfalla.Carlo Pedersoli con la maglia della nazionale italiana nel 1952, con la quale aveva già vinto l’anno precedente due medaglie d’argento ai Giochi del Mediterraneo.Il film che segna l’incontro tra Bud Spencer e Terence Hill, firmato dall’esordiente Giuseppe Colizzi, il quale crea, per una serie di circostanze fortuite, una coppia che cambierà il western italiano e che ottiene un successo imprevedibile: due miliardi di lire, primo incasso nazionale della stagione. Mancano ancora le aperture farsesche e sdrammatizzanti dei film successivi, e l’intreccio è ancora da western cruento. Però, è innegabile, l’alchimia tra i due protagonisti, fin dalle prime battute: Hill ricalcato su Clint Eastwood, Spencer gigante buono vittima della furbizia del suo socio.Bud Spencer in Al di là della legge (1968) senza la sua caratteristica barba. Barba che peraltro si tagliò soltanto in quell’occasione. Dopo di che la sua barba lo avrebbe accompagnato sempre, diventando il tratto distintivo della sua carriera di attore.I 4 dell’Ave Maria(1968), da sinistra a destra: Terence Hill, Eli Wallach, Brock Peters e Bud Spencer. La pellicola che istituzionalizza l’accoppiata Hill-Spencer, portando alla luce una vena più scanzonata e farsesca, con le spettacolari scazzottate che saranno il marchio di fabbrica di un certo western all’italiana. Terzo incasso dell’anno: Trinità e Bambino stanno arrivando.Il regista E.B. Clucher, pseudonimo di Enzo Barboni, eredita dai film di Giuseppe Colizzi la coppia Hill-Spencer e la porta definitivamente verso la comicità e verso il grande successo con il capolavoro “Lo chiamavano Trinità”(1970), un western puzzone e naif, dove gli sganassoni contano più delle pistole e il regolamento di conti finale avviene con un’epica e incruenta scazzottata. Il film che per molti simboleggiò la fine del western all’italiana ebbe un enorme, e inaspettato, successo di pubblico ( 3 miliardi di lire di incassi): l’evoluzione del genere in chiave ridanciana più che eroicomica recupera le situazioni della farsa, con una separazione talmente manichea tra buoni e cattivi da innescare nel pubblico meno smaliziato l’identificazione con i protagonisti, raddrizzatori di torti e vendicatori di ingiustizie con il sorriso sulle labbra. Entrati nella memoria popolare Trinità (Terence Hill) che si fa trasportare dal suo cavallo su una specie di slitta e i micidiali sganassoni di Bambino (Bud Spencer).Nel 1971 uscì il sequel “…Continuavano a chiamarlo Trinità”, che non solo bissò il successo del precedente film, ma anzi ne raddoppiò i già più che cospicui incassi, risultando essere non solo il film campione di incassi della stagione 1971, ma ancora oggi il film più visto della storia del cinema italiano,a fronte di una presenza in sala di oltre 16 milioni di biglietti venduti. Un successo senza precedenti, non ancora eguagliato a più di 40 anni di distanza dalla messa in circolazione del film. La pellicola ripresenta tutte le caratteristiche del film precedente caricandone la dose: dai piatti di fagioli ai rutti e agli sganassoni, alla nuova vittoria dei nostri eroi contro la banda di malfattori, alla loro simpatìa debordante. Tutto funziona alla perfezione, come, ed anche meglio del precedente lavoro.In «…più forte ragazzi!» torna la coppia Bud Spencer e Terence Hill. Il film, del 1972, è diretto da Giuseppe Colizzi. La storia è ambientata fra la Colombia (nella sigla iniziale è riconoscibile la città di Cartagena de Indias) ed il Brasile. Spencer e Hill sono Salud e Plata, due piloti d’aereo che per aiutare un amico in difficoltà economiche, decidono di inscenare un incidente aereo per fargli intascare i soldi dell’assicurazione. Ma le cose non vanno esattamente come da programma e i due finiscono davvero per precipitare nella jungla. Illesi, i due raggiungono una piccola comunità di che vive di commercio di diamanti: decidono di mettersi anche loro in affari facendo concorrenza al boss locale. E iniziano i guai.Stesso regista, Enzo Barboni; stesso cliché; ma diverso partner: Giuliano Gemma sostituisce degnamente Terence Hill al fianco di Bud Spencer, in uno dei film più amati dell’attore napoletano, ovvero “Anche gli angeli mangiano fagioli”(1973). Grande successo commerciale di una pellicola ambientata nell’America degli anni ’30, tra bande criminali e famiglie mafiose regolate immancabilmente a suon di sganassoni.Nel 1973 ebbe inizio la fortunata tetralogia di Piedone lo sbirro (cui seguiranno Piedone a Hong Kong del 1975, Piedone l’africano nel 1978, e infine Piedone d’Egitto del 1980), nata da una sua stessa idea e che lo vede protagonista assoluto per la regia di Steno, indimenticato re della commedia all’italiana. In particolare la tetralogia delle avventure del poliziotto napoletano che gira disarmato e fa valere la legge a colpi di sganassoni, è tra i più grandi successi di pubblico di tutti gli anni ’70. Bud Spencer, in questa serie di film per la prima volta non doppiato, è straordinario nel dipingere questo poliziotto disposto a chiudere un occhio nei confronti dei piccoli delinquenti, ma che non ha pietà verso i criminali senza scrupoli. Il pubblico vi si riconobbe e ne decretò il trionfo. A far da spalla a Bud Spencer anche un grande Enzo Cannavale nel ruolo del brigadiere Caputo.Seconda avventura del poliziotto partenopeo dal cuore d’oro e dalle maniere forti, “Piedone ad Hong Kong”(1975), è come al solito frizzante e spigliato grazie alla simpatia e alla professionalità di Bud Spencer. Dal secondo episodio della serie, si verifica un leit motive, ovvero che le avventure del commissario Rizzo detto Piedone, si svolgeranno sempre lontano da Napoli, con una prima parte girata nella città partenopea; e una seconda parte girata in luoghi esotici, in Africa o in estremo Oriente.Terzo capitolo della serie di Piedone ( “Piedone l’africano”-1978), girato in Sudafrica, precisamente in Namibia, che allora non era ancora uno stato autonomo, ma era controllata dal Sudafrica. Ancora una volta si esotizzano le avventure di Spencer/Piedone e del suo brigadiere Cannavale/Caputo. E ancora una volta incassi record.“Piedone d’Egitto”(1980) è la quarta e ultima avventura della serie. Girata in Egitto, la pellicola si basa ancora una volta sugli esoterismi e sulla simpatia della coppia Spencer/Cannavale.Bud Spencer e Terence Hill tornano insieme nella pellicola “…Altrimenti ci arrabbiamo!”, del 1974. Diretti dal regista Marcello Fondato, il film è quello che più esalta l’essenza di personaggi quasi da cartoon, caratterizzati da una smania infantile del possesso e da una contagiosa gioia devastatrice. L’epoca western è finita, inizia quella delle avventure esotiche, colorate, divertenti, con le musiche che trasformano le scazzottate in gustosi balletti, e gli stunt-man, che si rifanno alle comiche del muto, hanno un ruolo di primo piano. Campione di incassi della stagione ( manco a dirlo), con sei miliardi di allora.Supportato da un Bud Spencer in gran forma e con la sua voce, “Il soldato di ventura”(1976) tratta in chiave comico/grottesca la disfida di Barletta ( 13 settembre 1503 ), narrando le avventure picaresche di Ettore Fieramosca, interpretato con sagacia da Bud Spencer, e del suo manipolo di 13 bizzarri cavalieri, che affrontano e sconfiggono altrettanti francesi che avevano offeso loro e l’onore degli italiani. Esilarante la disfida finale in spiaggia, dove tra atti di valore, gag e qualche simpatica scorrettezza, gli italiani riescono ad avere la meglio sul manipolo francese. A metà strada tra il medioevo dell’Armata Brancaleone e quello derivante dalla letteratura classica, il film diverte e convince, girato quasi interamente in Puglia e precisamente presso la torre della Leonessa a Lucera, nella fortezza svevo – angioina, trasformata nelle mura e nella città di Barletta. Alcune scene nei dintorni di Lucera, sulla via per Pietramontecorvino e tre scene, compresa quella finale della “disfida”, furono girate nelle spiagge a sud del Gargano. Un film ricco di invenzioni comiche, colorito e sagace, che anche grazie alla debordante simpatia di Bud Spencer ebbe un grande successo di pubblico. Ancora una volta c’è Enzo Cannavale a far da spalla a Bud.“I due superpiedi quasi piatti”(1977) è girato quasi interamente a Miami, con una confezione che strizza l’occhio ai polizieschi d’oltreoceano. Terence e Bud sono esilaranti nei panni di due poliziotti americani, e come al solito non esiteranno a menar sganassoni a destra e a manca per assicurare alla giustizia i delinquenti. Incasso record: sei miliardi e mezzo dell’epoca e campione italiano della stagione.“Lo chiamavano Bulldozer”, del 1978 è ispirato dal fatto che in quegli anni stavano nascendo le prime squadre di football americano in Italia. Bud Spencer interpreta un ex giocatore di football americano, che riporta sulla buona strada un gruppo di ragazzini grazie alla passione per questo sport, riuscendo anche a battere l’arrogante squadra nemica. Un film molto compatto, non slegato, con un Bud Spencer educatore di buone intenzioni didattiche. Strepitosa la scena della partita decisiva, in cui Bud entra in campo, che viene ripresa ripresa in stile epico-sportivo all’americana.Leggendaria la scazzotta a tavola del film “Io sto con gli ippopotami”(1979), che all’undicesimo film in coppia, rappresenta uno dei capitoli più famosi di Terence Hill e Bud Spencer. Ancora una volta enorme successo di pubblico e ancora una volta i nostri due eroi sono dalla parte del bene e della giustizia. Altra analogia con il passato è che il film è stato girato in Sudafrica, set molto spesso frequentato da entrambi.Girato in Florida, altro set abitualmente frequentato dalla celebre coppia, “Pari e dispari”(1978), conferma l’enorme successo di Bud e Terence al botteghino. Non cambia nulla: i cliché sono le solite, le scazzottate sono le solite, anche le gag sono le solite…ma la formula piace al pubblico…e dato che il pubblico è sovrano va bene così. Divertimento assicurato.“Banana Joe” del 1982, è una favola comico-avventurosa di grande divertimento, oltre ad essere uno dei film più conosciuti e apprezzati dell’attore napoletano. “Una brezza leggera e cauta di allegro anarchismo”, disse della pellicola la critica specializzata, evidenziando come Bud Spencer sia ormai “il grosso più simpatico del cinema italiano ed europeo”. Banana Joe non è altro che un gigante dal cuore d’oro, che, come lavoro, commercia lungo il fiume banane che scambia con altri prodotti destinati ai nativi indios di Amantido, e che se la dovrà vedere contro alcuni trafficanti di droga. Grande successo di pubblico, per una pellicola fresca, briosa e divertente.Nel 1982 Bud Spencer gira “Bomber”, accanto a lui c’è Jerry Calà a fargli da spalla. Il film prosegue sulla falsariga di “Bulldozer”, con il pugilato che prende il posto del football americano. Ciò che rimane è il solito lieto fine e la solita sconfitta dell’arrogante nemico.“Botte di Natale”(1994) è un film tutt’altro che memorabile, ma importante perché è l’ultimo film della celebre coppia composta da Bud Spencer e Terence Hill.Terence Hill e Bud Spencer, per loro stessa ammissione, sono stati l’unica coppia del cinema italiano a non aver mai litigato. Insieme hanno interpretato 16 pellicole, che sono dei veri e propri cult movie, conosciuti e apprezzati da tutte le generazioni. Due autentici idoli, due miti del cinema italiano.Nel 2010 Bud Spencer e Terence Hill ottennero il meritatissimo David di Donatello alla carriera, sospinti a furor di popolo sul palco. Un premio che coronerà la splendida carriera di entrambi gli attori, amicissimi, che non hanno mai litigato.Bud Spencer con la moglie Maria Amato, quindici anni più giovane di lui, sposata nel 1960 a Roma. Bud è sempre stato molto attaccato ai valori autentici della famiglia, ed anche per questo ha goduto delle simpatie di tutti. Dalla moglie ha avuto tre figli, un maschio e due femmine.
Δ. La sua filosofia di vita e le curiosità
• Parallelamente al cinema, Spencer porta avanti le sue passioni, fra le quali c’è anche quella del volo; nel 1975 consegue la licenza di pilota di elicottero per l’Italia, la Svizzera e gli Stati Uniti. Il primo volo effettuato da Carlo Pedersoli, si ebbe sul set di …più forte ragazzi!: Bud, dopo aver visto in diverse scene lo stuntman-pilota effettuare le manovre, su propria iniziativa e lasciando tutti di stucco spiccò il volo con l’aereo manovrando i comandi da solo e senza aiuti. Lo stesso Bud Spencer ricorda il terrore del produttore in quei momenti. L’atterraggio, “a quaglia” (cioè effettuato a “balzi” sulla pista fino a fermarsi), fortunatamente riuscì. In seguito a quest’esperienza Carlo Pedersoli coltiverà la passione per il volo; Carlo Pedersoli possedeva infatti il brevetto sia per l’elicottero, con cui ha collezionato 1.000 ore di volo, sia per gli aerei, con cui ha volato per 2.000 ore e che ha continuato a pilotare fino alla sua morte.
• “Adoro mangiare e per questo non ho mai seguito una dieta, nonostante sia arrivato a pesare anche 156 kg. Inoltre, mi sono sempre dilettato nella lettura dei filosofi: da Platone ad Aristotele, da Cartesio a Kant. Nel libro mi immagino costretto dal medico a stare a stecchetto per un paio di settimane, un vero calvario! La sera, mentre mi rigiro nel letto per colpa della fame, mi vengono a trovare i maggiori filosofi per un dialogo divertente, ma allo stesso tempo profondo”. Il titolo del libro cui si riferisce Bud Spencer, uscito nel 2014, è “Mangio ergo sum” è un chiaro riferimento a Cartesio, che ha rivoluzionato la storia del pensiero dicendo “cogito ergo sum”, ovvero “penso, dunque sono”. “Ma io credo che sarebbe più corretto affermare: “Mangio, dunque sono”, perché non solo siamo quello che mangiamo, ma se non mangiamo non siamo e non pensiamo”.
• “Non temo la morte. Dalla vita non ne esci vivo, disse qualcuno: siamo tutti destinati a morire. Da cattolico, provo curiosità, piuttosto: la curiosità di sbirciare oltre, come il ragazzino che smonta il giocattolo per vedere come funziona. Naturalmente è una curiosità che non ho alcuna fretta di soddisfare, ma non vivo nell’attesa e nel timore. C’è una mia canzone che racchiude bene la mia filosofia: “Futtetenne”, ovvero fregatene. E ridici su”.
• Per il ruolo di Trimalcione, nel film Fellini Satyricon, Federico Fellini aveva inizialmente pensato a Bud Spencer, che però rifiutò la parte, perché sarebbe dovuto comparire nudo.
• Si pensava che Bud fosse tifoso della Lazio; in realtà era un sostenitore del Napoli, squadra della sua città natale, ma per sua stessa ammissione (dice: “Potrei definirmi, in questo senso, un “bigamo”, ma direi 90% Napoli e 10% Lazio”) simpatizzava per la formazione romana, avendo avuto trascorsi sportivi nel circolo canottieri della Polisportiva bianco-celeste e avendo quasi sempre vissuto nella capitale.
• Viveva a Roma, nel quartiere Della Vittoria.
• Ha trascorso parte della sua vita a Napoli. È infatti nato nel quartiere di Santa Lucia e ha frequentato le scuole elementari con Luciano De Crescenzo.
• Sapeva parlare sei lingue: italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese e tedesco. Inoltre considerava il napoletano come la sua settima lingua. Nei film tuttavia è stato spesso doppiato, ma non mancano quelli con la sua vera voce, calda, baritona, dal chiaro accento napoletano.
La vita di Bud, una persona eccezionale. Complimenti a Domenico Palattella.
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