Prima di The Last of Us ci sono stati altri (mal riusciti) adattamenti

Prima che la HBO si appropriasse (fortunatamente) del progetto seriale di The Last of Us, creando una delle serie più apprezzate del 2023, la Sony aveva provato a dare una voce cinematografica al videogioco, affidandosi a Sam Raimi.

I presupposti erano convincenti: coinvolgere Neil Druckmann e Bruce Straley, creatori del gioco, e i vertici di Naughty Dog, l’azienda che lo ha sviluppato, come produttori del futuro film, permettere al regista de La Casa e Spider-Man di dirigerlo, rimanere fedeli al tono e ai temi. Dopo l’annuncio di una produzione cinematografica, avvenuto nel 2014, i fan erano andati in visibilio aspettando l’attesissimo adattamento di un videogioco nato già con i tratti essenziali di un film.

Il videogioco di The Last of Us infatti, fin da subito ha riscosso successo a 360°, dall’avvincente storia, agli effetti e la sbalorditiva grafica, divenendo uno dei più premiati con oltre 200 premi e considerato da gran parte della critica come uno dei  migliori videogiochi di tutti i tempi.

Per questo motivo non sorprende la precoce intenzione della Sony di iniziare a lavorare ad un film già un anno dopo il rilascio del gioco, una lavorazione che però durerà più del previsto fino al 2020, quando si deciderà di cancellarlo definitivamente dopo l’annuncio della serie prodotta da HBO. Prima di questo momento, già nel 2016, erano emersi alcuni problemi e dissapori per la produzione del film, comprendendo una differente visione d’intenti fra i creator e la casa di produzione. Pare infatti che Druckmann volesse mantenere l’atmosfera cupa del videogioco, traendo ispirazione da Non è un paese per vecchi, a differenza della Sony, la quale invece preferiva inserire più azione per facilitare le vendite, ispirandosi a World War Z.

Nel 2020 trapelarono alcune clip di un cortometraggio animato prodotto sempre da Sony che avrebbe dovuto colmare delle lacune narrative fra il primo e il secondo gioco ma, dopo questi 20 minuti animati, di questo progetto non si seppe più nulla, lasciando i fan con il dubbio se fosse puramente uno spot promozionale o l’inizio di un nuovo filone d’animazione.

Indipendentemente da questo ulteriore progetto, le divergenze e la paura di Druckmann che il film non sarebbe stato in grado di condensare celermente l’intera struttura del gioco in sole due ore, portarono alla rinuncia dell’accordo. Seppur titubante sulla produzione cinematografica, il creator decise di affidarsi alle mani della HBO per la realizzazione della serie, anche grazie alla regia affidata a Craig Mazin, lo stesso che nel 2019 diresse Chernobyl; Druckmann dichiarò di sentirsi speranzoso della collaborazione con Mazin, proprio sulle somiglianze tonali fra The Last of Us e Chernobyl.

Una speranza decisamente ben riposta.

La bellezza e accuratezza della serie è stata riconosciuta anche dal presidente della Sony Pictures Entertainment, Tom Rotham, che ha ammesso di essersi sentito geloso del magnifico risultato ottenuto dalla HBO, rimpiangendo il loro film mai terminato e ammettendo che la struttura episodica sia stata più adatta alle necessità della storia.

Grazia Battista

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